VIALE DEL TRAMONTO (libero adattamento di “Viale del tramonto” di Billy Wilder)

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  • By Una, la spettatrice itinerante
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           VIALE DEL TRAMONTO

                           (libero adattamento di “Viale del tramonto” di Billy Wilder)






PERSONAGGI

Segretario, Massimo
Attrice, Monica
Sceneggiatore, Marcello

INFO

Viale del tramonto è un libero adattamento teatrale dell'omonimo film (titolo originale 'Sunset Boulevard') diretto da Billy Wilder.
La storia racconta del dramma dell'esclusione e della fragilità degli artisti.
La vicenda è ambientata ai giorni nostri. Lo spettacolo vuole raccontare in maniera polemica il mondo dello star system che illude e costringe a rincorrere a tutti i costi una perfezione che si allontana, irraggiungibile. Un mondo patinato e finto, pieno di amicizie false e gente senza scrupoli capace di svendere il proprio corpo pur di raggiungerei i propri fini. Attori ridotti a corpi senz'anima. Monica, Massimo e Marcello: vita e spettacolo si intrecciano fino a confondersi. Una storia di fantasmi e di illusioni, in una Milano decadente e finta. I protagonisti ricalcano i protagonisti del film di Wilder: l’ex diva, lo sceneggiatore fallito, divenuto autore di programmi televisivi spazzatura e il segretario, da giovane promettente regista. Un incontro casuale e un copione da correggere saranno visti da Monica, attrice un tempo famosa, come la possibilità di un ritorno alla felicità e alla piena realizzazione di sé, l'ultimo treno per rilanciare la sua carriera e dimostrare a tutti di essere una brava attrice che non ha bisogno di umiliarsi in programmi televisivi per attori falliti. Una rivalsa che non salverà nessuno.

Il testo è il riflesso di un presente cupo e indecifrabile, ognuno recita la sua parte anche nella vita con le sue piccole, grandi ipocrisie. 


I Scena
    Il Segretario.


SEGRETARIO              Se c’è una cosa che ho capito nella vita è che ci vuole pazienza. «La pazienza è la virtù dei forti!», diceva sempre mio nonno. Oggi, invece, siamo deboli. Fottutamente deboli. Non sappiamo più aspettare, cazzo. (parla con tono deciso, meccanico, freddo) Macchine da guerra. Manichini in serie. Tutti ugualmente schiavi del successo, del denaro, dell'utile. Avidi dell'inutile, del vano piacere. Tutto questo? Vogliamo ottenerlo in poco, pochissimo tempo. Essere felici ogni giorno. O fingere di esserlo. E con minor fatica. Così (schiocca le dita): ad uno schiocco di dita. Il successo … si ottiene con la gavetta, i sacrifici, il duro lavoro… E l’amore? Pure per l’amore, quello vero intendo… ci vuole …. tempo! Ora invece dobbiamo correre, veloce, sempre più veloce, realizzarci a tutti i costi.
 

(accende una sigaretta)
 

Buio.

Vediamo solo la luce della sigaretta accesa fumante.

 
SEGRETARIO                   Poi… magari ti ritrovi a cinquant’anni solo. Perché non tutti ce la fanno. La dea Fortuna? Solo un miraggio; sei uno sfigato che vive da SOLO in una casa d’epoca maestosa, con un garage pieno di auto d’epoca che nessuno guida da anni e una miriade di stanze… che se devi pulirle tutte ci impieghi un anno, altro che giorni… e se parli ad alta voce si sente l’eco.

ECO  l'eco... l'eco... l'eco..

SEGRETARIO       (pausa) Ripeto. Poi magari aspetti. E ti ritrovi solo, a cinquant’anni. L’ho detto che sono solo? Perché aspetti, poi fai dei tentativi, vani, e aspetti. E mentre aspetti il tuo treno, invecchi. Capelli bianchi, rughe sul viso, quel senso di fallimento sulle spalle… Era scontato che sarebbe andata a finire così. Monica era fuori di sé da anni. Impazzita. Desiderava essere al centro dell'attenzione e si è ritrovata invece sempre ai margini. Attrice promettente senza un futuro. Un fiore sull'asfalto, piccolo e indifeso, è destinato ad essere schiacciato dalle auto in corsa. Monica, piccolo fiore. Piccolo bocciolo, se solo in questi anni mi avessi guardato negli occhi. Ti ho amata senza essere ricambiato. (Tira in giù la cerniera dei pantaloni, si gira, è di spalle al pubblico) Le mie attenzioni scambiate per semplice cortesia. Va a finire sempre così, cazzo. Costretti a farci le seghe amando in silenzio chi non ci ama. La vita è quello che accade mentre ti fai una sega e immagini di scopare la donna che non avrai mai. I miei baci, i miei umori al posto delle tue lacrime e del botulino per rimanere giovane. Ti avrei resa felice, Norma. Senza “se” e senza “ma”. La ricerca del successo ti ha uccisa. Tutta Milano parla di te.

(pausa)

SEGRETARIO           “Monica, la diva dagli occhi tristi e la sua triste fine”. Questa è Milano, Italia. È mattina, sono le 8.00. La polizia, i R.I.S. e i giornalisti sono da poco andati via. Una triste mattina nebbiosa, in quel di Milano, via Monte Napoleone. Ulteriori approfondimenti dell’accaduto saranno dati nelle prossime edizioni del tg nazionale. Ne sentirete parlare in tv, in radio, sui giornali, nei 
salotti pomeridiani, per mesi. Ma prima di ascoltare tutte le notizie distorte, prima che qualche primadonna della tv ci costruisca su un teatrino, guardate tutto con i vostri occhi. Questa è la storia di una splendida attrice decaduta, famosa negli anni ’50 e di uno squattrinato sceneggiatore di serie B. Un uomo e una donna in crisi, in un mondo in crisi, che hanno posto fine alla loro crisi in un modo orrendo. Unico testimone dell’accaduto? C’est moi! Mi chiamo Massimo e sono il segretario di madame da ben 30 anni. Sono stato in questura, interrogato dalla polizia per ore. Ho risposto a tutte le domande. Ho descritto per filo e per segno, con una minuziosità tipica di un regista, tutto quello che è accaduto. Ho mostrato anche il video. (pausa) Una prece. Madame, che bella vita avremmo potuto vivere. Sarebbe stata una vecchiaia felice. Non ti sei accontentata della tua felicità. Volevi apparire, recuperare l’affetto dei tuoi fan, sentirli vicini, essere ammirata, lavorare e ritornare a fare l’attrice e ricoprire il tuo ruolo, solo tuo. Non hai accettato la normalità, una vita semplice. Mi hai lasciato solo, in questa casa fredda, unico erede di tutto questo patrimonio. Mi domando cosa sia la felicità e non so perché ma l’unica risposta che potrei darmi ora è bere un Martini. O forse due.

Squilla il telefono.


SEGRETARIO             Pronto? Chi parla?
                                     (pausa)
                                     Sì, sono io il suo segretario.
                                     (pausa)
                                     Canale8? Programma “Omicidi in famiglia”?
                                      (pausa)
                                     Non saprei. Sono sempre stato contrario alla tv del dolore. Sono reduce da
                                     un grave lutto … cerchi di comprendermi…  Prego? Cosa dice? Protagonista
                                     della puntata? Realizzerete anche un documentario su Monica? E anche qui
                                     il protagonista sarei io? 7.000 euro per la puntata in tv? È un evento che ha
                                     colpito subito il pubblico social, lo so, ho visto. Tutti commossi da questa
                                     tragica storia… 10.000 euro per il documentario? E qualche altra apparizione
                                     in tv con la possibilità di proiettare i miei film?


Buio.



VOCE FUORI CAMPO           Ottimo! Signor Massimo, la aspettiamo nei nostri studi domattina alle 7.00. Mi raccomando, puntuale.


Luce.




SEGRETARIO                            Madame aveva ragione. (tira su la patta dei pantaloni) Noi uomini siamo soliti essere contraddittori. Mi sento stranamente euforico: è la smania del successo. Ho voglia di essere popolare. Non credevo che sarei diventato più famoso di Monica. Devo avvisare i miei amici su Facebook! … Scrivo un post (prende il cellulare e scrive leggendo il messaggio a voce alta):

“Domani tutti sintonizzati su canale8 alle 8.00. Parlerò della triste avventura della mia cara amica Monica. Faccina triste. Faccina rammaricata. Faccina con lacrima appesa. Faccina che piange.”


SEGRETARIO                               30 mi piace in soli 10 minuti! Incredibile! Ora posto anche un bel selfie!


Il segretario guarda il telefono pronto a scattarsi un selfie.


SEGRETARIO                   Sono pronto per il mio primo piano!





II Scena
    Il Segretario e l’attrice.


Il segretario entra con una torta in mano. Accende le candeline.

SEGRETARIO                Monica, e sono settanta!

ATTRICE                        Che cosa hai detto?

SEGRETARIO                Compi 70 anni oggi, no?


ATTRICE                          69, Massimo! 69!!! E comunque avevamo detto niente candeline!

(Monica spegne le candele che Massimo sta sistemando sulla torta)


SEGRETARIO                Cerca di stare tranquilla! È il tuo compleanno!

ATTRICE                        Sono tranquilla! Lo sono da una vita. È che non voglio che si dica il falso in questa casa! (esce di scena)


SEGRETARIO                Se la prende per così poco! Sempre così suscettibile! Le star fanno sempre i capricci anche quando sono decedute…ops decadute… lapsus! Fammi controllare su Wikipedia la data di nascita… è un suo capriccio! Adesso pure un anno in meno! Cosa non si fa pur di dire di essere giovani!

Voce fuori campo ATTRICE                          MAAASSIMOOOOO!!! (urla)

SEGRETARIO                     Che succede?

ATTRICE (voce fuori campo)                          Rex, il barboncino, vieni a vedere! È morto!


Il SEGRETARIO esce di scena.

(pausa)


Il SEGRETARIO e l’ATTRICE rientrano.

SEGRETARIO               Su dai, siediti, ti preparo una camomilla. E la torta? Vuoi un pezzo?

ATTRICE                       Lascia stare la torta, hai chiamato le onoranze funebri?

SEGRETARIO               Arriveranno a breve. Stai tranquilla. Era un cane anziano, 18 anni. Ha fatto la sua vita. D’altronde il tempo passa per tutti. 18 anni corrispondono a settant’anni di noi uomini. Era un cane ultrasettantenne! 70 anni sono 70 anni.

ATTRICE (con occhi arrabbiati)   Che cosa vorresti insinuare?

SEGRETARIO  (bacia la mano di Monica)          Ehm… nulla! Per le donne come te, 69 anni sono una pura formalità, sei un fiore, fai invidia alle trentenni!

ATTRICE                       Mi ha chiamato Torrisi, quel mio caro amico casting director, conosce un giovane regista, molto promettente. Ha chiesto di me, vuole un’attrice della mia età che buchi lo schermo. Ha riferito che il mio sguardo nel film “Il giorno dell’usignolo” è uno dei primi piani più intensi della storia del cinema italiano. Segna sull’agenda l’appuntamento: dopodomani abbiamo l’incontro. Andiamo a casa di Torrisi, beviamo un caffè a casa sua, non credo voglia farmi un provino.

SEGRETARIO              Una bella notizia il giorno del tuo compleanno! Ottimo!!!




III Scena
 L’attrice e lo sceneggiatore.

Bussano alla porta (rumore insistente), l’ATTRICE va ad aprire

ATTRICE      Finalmente! Perché così tardi? Venga, da questa parte.

SCENEGGIATORE               Ho parcheggiato la macchina nel vostro garage, un guasto … è scoppiata una gomma.

ATTRICE             Ma come si è vestito? Pulitevi le scarpe! Avete un vestito poco adatto per le circostanze.

SCENEGGIATORE             Quali circostanze?

ATTRICE          Avanti, si sbrighi! Salite!  Se avete bisogno di una mano per la bara da portare su, chiamo il mio segretario. Ho appoggiato la piccola creatura vicino al fuoco, amava scodinzolare e starsene a guardare la legna ardere. Potremmo seppellirlo nel giardino, che ne pensa?

SCENEGGIATORE           Non so di cosa sta parlando… credo ci sia un error… (viene interrotto dalla voce di Monica)

ATTRICE         La bara deve essere bianca come il pelo del mio cucciolo. All’interno imbottitela con della seta rosa … bianca… o forse meglio rossa. Per il colore fate voi… L’importante è che all’interno ci si un osso d’oro zecchino. Quanto potrà costarmi tutto? Mi raccomando, non esagerate nel prezzo solo perché sono ricca… (sussurrando nell’orecchio) eredità di famiglia.

SCENEGGIATORE       Guardi, c’è uno sbaglio! Mi si è fermata la macchina e l’ho parcheggiata nel vostro garage… Sono un suo grande ammiratore … ma sono qui per affari lavorativi. Sono un autore televisivo e…

ATTRICE                 Uscite di qui!

SCENEGGIATORE          Mi spiace per il suo barboncino… bellissima razza tra l’altro… le mie più sentite condoglianze, non credo comunque che il rosso sia il colore adatto per una bara.

ATTRICE                 Fuori di qui! O chiamo il mio segretario!

SEGRETARIO          Ha un viso meraviglioso, angelico: lei è stata una grande attrice.

ATTRICE                 Io sono sempre grande. È il cinema che è diventato piccolo. Ormai solo attrici sciacquette da quattro soldi, tutte uguali, di bassissimo livello: troie sul palcoscenico e negli uffici dei loro manager e registi. Che cosa è rimasto? Il nulla cosmico! Il vuoto assoluto!

SCENEGGIATORE         Bisogna prendere atto che i tempi sono cambiati. E comunque non è colpa mia. Sono un umile sceneggiatore ed autore tv. Vorremmo soltanto acquistare i diritti per realizzare un programma  sulla sua vita, un guadagno alto per lei tra l’altro.

ATTRICE                  Via di qui! La mia arte ed io non siamo in vendita!

SCENEGGIATORE             Ssh! O sveglierete il povero barboncino!

ATTRICE                   Massimo! Porta via il signore e non farlo più entrare!




IV Scena
L’attrice e lo sceneggiatore.

SCENEGGIATORE            Prossima volta porterò tutte le foto, le videocassette che ho di lei, così me li autografa tutti! Ah, dimenticavo! Volevo farle i miei più cari auguri di buon compleanno, ma per una diva il tempo non passa mai! Dovrebbero offrirle un ruolo principale, altro che… lei merita un ruolo al cinema o a teatro! Ho lavorato fino a poco tempo fa con Sophia Cattaneo a teatro.

ATTRICE            Era una mia cara amica! Oh, Sophia!

SCENEGGIATORE              Attrice maleducata e credetemi… sessantasette anni portati malissimo!

Silenzio.

ATTRICE                 Aspettate, tornate qui!

Ritorna in scena.

ATTRICE         Siete uno sceneggiatore teatrale, quindi?

SCENEGGIATORE             Perché siete così interessata?

ATTRICE                        Lo siete o non lo siete?

SCENEGGIATORE             Lo sono.

ATTRICE                      Quanti copioni avete scritto?

SCENEGGIATORE              Molti. Alcuni sono stati messi in scena altri sono custoditi nel mio cassetto. Se vuole, le faccio leggere qualche testo. Mi piace conoscere i pareri della gente.

ATTRICE             Venite qui. Voglio farvi vedere una cosa, ma prima seppelliamo il povero Rex, è  arrivato l’uomo con la bara.





V Scena
    L’attrice e lo sceneggiatore.


ATTRICE                  Quanto è lungo un copione teatrale al giorno d’oggi? Quante pagine più o meno?


SCENEGGIATORE                    Dipende. Oggi l’attenzione media degli spettatori si è abbassata. Un’ora è già tanto. Massimo una trentina di pagine. La gente non ha più voglia di ascoltare, a volte ho la sensazione che si vada a teatro tanto per, per hobby. Un rituale settimanale per l’alta società. Una moda…  Tempo fa proposi un approfondimento settimanale sul teatro al direttore del mio canale televisivo: un inviato girava per teatri intervistando il pubblico e chiedendo loro il significato dello spettacolo visto. Ha bocciato la mia proposta: - Che cazzo direbbero? Pensi che oggi il pubblico abbia un senso critico? La gente va per vedere e basta. Ricorda: mai svegliare lo spettatore apatico che dorme, tirerebbe fuori il peggio di sé. – mi ha detto.

ATTRICE (porge un copione allo sceneggiatore)                 Questo è un copione importante. Da tre anni lavoro per scrivere questa sceneggiatura teatrale. È un mio chiodo fisso.

SCENEGGIATORE (sfogliando il copione)                   Molte più di trenta pagine! Un copione per sei spettacoli teatrali!

ATTRICE                          Ho scritto un adattamento teatrale di “Viale del tramonto”, il capolavoro di Billy Wilder. Avrei voluto lo dirigesse Palmarini, il miglior regista teatrale italiano. Ho lavorato quindici anni fa con lui, ma è impegnato. Per cui curerò da me la regia.


SCENEGGIATORE          E voi interpreterete Norma Desmond?


ATTRICE            Ovvio! Quale altro ruolo dovrei interpretare? La sceneggiatrice di cui si innamora Gillis? L’ho eliminata dalla sceneggiatura tra l’altro, personaggio femminile di poco conto.



SCENEGGIATORE                 Quell’offerta televisiva comunque non me la farei scappare. Più di 10.000 euro. Un ritorno in scena coi fiocchi. E non sarà nemmeno stancante per lei: la seguiamo giorno per giorno nella sua villa, mentre è in piscina, sorseggia della cioccolata calda, legge un libro. Capisce? Poco dispendio di energie e un ritorno di immagine non indifferente.

ATTRICE                    Ritorno di immagine! Odio questa parola! Recitare! Io voglio solo recitare. Mi dica… che senso ha farsi riprendere mentre mangi, bevi o vai in bagno? Povera Italia! Norma Desmond, che ruolo! Una gran parte! L’affascinante attrice del muto, così triste e sola, uno dei personaggi più intensi della storia del cinema! Calarmi nel suo personaggio sarà semplice, conosco il suo dolore, potrei dire che è il mio dolore. Chi altri se non io può comprenderla? La sua dolente voglia di riscatto. Voglio una seconda opportunità e la voglio con questo copione, mi aiuterà?
(pausa) Leggete, leggete il mio copione. (porge il copione) Massimo, portaci dello champagne! Accendiamo le luci del lampadario?


SCENEGGIATORE                     Vedo benissimo.
L’attrice sempre più attaccata allo sceneggiatore.
ATTRICE                       Beh, che ne pensa?
SCENEGGIATORE        Avvincente, forse c’è qualche ripetizione ma possiamo lavorarci su.
ATTRICE                       L’ho scritto col cuore.
SCENEGGIATORE       Lo percepisco, è un piccolo capolavoro, dobbiamo solo correggere un po’ i dialoghi.
ATTRICE                        Mi piace che l’attore parli con i gesti, gli occhi, i respiri…
SCENEGGIATORE         Va riordinato, ma è sulla buona strada.
ATTRICE                         Lo svolga lei il lavoro!
SCENEGGIATORE         Non posso, dato che lei non ha accettato l’offerta in tv, devo tornare in ufficio e dedicarmi a un nuovo progetto da proporre… altrimenti rischio il licenziamento!
ATTRICE                      Lasci quel lavoro e venga a lavorare per me!
SCENEGGIATORE        Non saprei…
ATTRICE                        Le offro una buona paga, crede sia un problema per me il prezzo? Non ho problemi su questo campo. Resti qui finché non corregge il testo. Le offro vitto e alloggio.
ATTRICE                          Lavorando con me guadagnerà il triplo di quello che guadagna in un solo mese. Sa, anni fa è morto un mio caro parente e ho ricevuto in eredità denaro, appartamenti: vorrei investire questi soldi per autofinanziare un progetto teatrale. Ho voglia di ritornare in scena con stile. E con questo spettacolo avremo ampi margini di guadagno. Accetta?

Buio.

Luce.





VI Scena
Lo sceneggiatore.

SCENEGGIATORE                  8.000 euro solo per correggere il copione. Questa l’offerta che la vecchia mi ha fatto: niente male. E se me la lavoro, qualche altro soldo riesco ad intascarmelo. Tra le mie conoscenze e le sue qualche replica ce la assicuriamo e se riesco a farla infatuare di me, magari riesco a convincerla a lavorare in tv… poi toccherà al testamento… quanti altri anni le resteranno da vivere? Cinque anni? Certo… la casa è un po’ tetra. Mi abituerò a questo grigiore. Il mutuo riuscirò ad estinguerlo entro l’anno, per gli altri debiti c’è tempo. L’amo è stato gettato e lei ha abboccato.  Ho dato momentaneamente le dimissioni per l’emittente televisiva per cui lavoro. Tra l’altro pagano ogni morto di papa. Temporeggio un po’ e vedo come si evolve la situazione. Andrà tutto alla grande, cerco di lavorarmi ancora un po’ la vecchia, devo farmela amica. Una seconda opportunità … (ride)… se riesce a fare due repliche è già assai. (accende una sigaretta) Con quei soldi proverò a riconquistare Cinzia. Organizzo un viaggio e ce ne andiamo in America. (prende il cellulare e scrive un messaggio).
“ Mi manchi.”

Buio. Vediamo solo la luce della sigaretta.

Voce fuori campo dell’ATTRICE                    Già immagino la sera della prima e i titoli dei giornali: “Finalmente il gran ritorno di Monica D., la diva degli anni ’50.”… l’adrenalina, le luci puntate su me, i critici teatrali in prima fila…. E quella memorabile battuta: “Sono pronta per il mio primo piano.” Che ne pensi? Ho pronunciato bene la battuta? … ma qual è il tuo nome? Non ti sei presentato?

SCENEGGIATORE             Marcello! … Andava benissimo la battuta, Monica! Ah… e diamoci del tu, siamo colleghi!
(sogghigna e poi sussurra)
Povera illusa.
(spegne la sigaretta. ) Buio.





VII Scena
Lo sceneggiatore e il segretario.

SEGRETARIO         Marcello, cerca di fare un buon lavoro.
SCENEGGIATORE       Come mai tutte queste attenzioni per Monica?

SEGRETARIO                 Sono suo assistente fin dagli albori della sua carriera. Poco più che sedicenne, era un’attrice prodigio. Di una bravura innata, ma sfortunata. Dopo i primi successi a teatro, ha ricoperto piccoli ruoli al cinema. Film passati alla storia, ma che non le davano la giusta importanza. Si è vista scavalcare da attrici mediocri ma fortunate e con le spalle protette. Di lì i corsi per migliorarsi, le scuole di recitazione per perfezionarsi. Ma niente. Il suo treno non è più arrivato. Con lei ho vissuto l’apice del successo e l’inferno della solitudine e della depressione. Monica è fragile, fragilissima. Non voglio che nessuno le faccia del male. Ho visto il tuo curriculum, rispettabilissimo, ma sei e resti un estraneo per noi.

SCENEGGIATORE          Non accadrà, ti sembro forse una persona che se ne approfitta? Sto correggendo il copione giorno e notte.

SEGRETARIO                 Monica merita di ritornare sul palco. (voce spezzata e intenerita) Il suo primo lavoro lo ha svolto con me, sai?

SCENEGGIATORE           Sei un regista?

SEGRETARIO                     (accende una sigaretta) Vuoi? ( porge una sigaretta allo sceneggiatore che accetta) Lo sono stato … ho accantonato il mio sogno in un cassetto. Quando sei ragazzo credi di poter realizzare tutti i tuoi sogni. Ti piace scrivere e magari cominci a comporre poesie, poi provi con i racconti e prosegui scrivendo sceneggiature con gli amici. I primi corti e sei convinto che sfonderai, che hai scritto il miglior soggetto del mondo e sfonderai in Italia e ad Hollywood … beata gioventù!
SCENEGGIATORE               Monica è stata la protagonista di un tuo corto?

SEGRETARIO               Sì. Ci siamo conosciuti ad un corso di recitazione qui a Milano. Lei già recitava a teatro, ma è sempre stata desiderosa di migliorare. Una perfezionista al limite del maniacale. Allora era un volto noto. Camminava per strada ed era sommersa dai fans. Il pubblico la amava. Ricordo che accettò di lavorare per me gratuitamente. Lesse il copione e si innamorò follemente del personaggio: una poetessa e fotografa ventenne in cerca di sé, timida nella vita quanto audace nei suoi scritti e nelle sue foto. Ricordo che già tre settimane prima delle riprese passeggiava per le strade di Milano recitando le poesie della protagonista: amava così tanto quel personaggio che se lo portò dentro per mesi. Avrebbe potuto interpretare solo lei quel ruolo…

SCENEGGIATORE             E come andò?

SEGRETARIO                  Mi aiutò tantissimo. Vinsi dei premi per quel corto… devo tutto a lei. Realizzai altri corti e il mio lungometraggio “Orchidee”, ma mi fermai poco dopo.

SCENEGGIATORE          Come mai?

SEGRETARIO                 Il lungometraggio non andò granché bene: non era stato capito. Avevo bisogno di soldi, cambiai strada: impiegato in uno studio notarile. Io e Monica ci siamo ritrovati qualche anno dopo. Ero disoccupato. Lei mi offrì un lavoro come segretario. Da allora siamo sempre insieme. L’uno il bastone dell’altro.

SCENEGGIATORE               Ho sempre pensato che il mondo dello star system fosse una cagata pazzesca: amicizie come le vostre sono rarissime.

SEGRETARIO               C’è opportunismo ovunque. Cerca di non far parte dello star system che è una cagata pazzesca. Monica è troppo sensibile e debole. Non poter lavorare in questi ultimi anni è stato un dolore immenso per lei: troppo vecchia, senza raccomandazioni. Per fortuna un’eredità inaspettata l’ha mantenuta in questi anni. Ha provato ad autofinanziare alcuni progetti, ma con scarsi risultati. Cerca di aiutarla almeno tu che sei nel giro… il telefono non squilla più da anni. Gli amici… spariti: una enorme bolla di sapone… l’offerta di qualche giorno fa? Un altro ruolo secondario, tre battute per interpretare una nonna malata di Alzheimer. Tu eri nella tua stanza a correggere il testo e non l’hai vista … ma quando siamo ritornati, l’ho sentita che piangeva chiusa in bagno. È invecchiata senza interpretare un ruolo importante, capisci? Un’eterna seconda. Ha tante aspettative che vuole assecondare.

SCENEGGIATORE                Che cosa triste invecchiare per un attore.

Silenzio.

Scende l’ATTRICE. Tutte le luci sul volto di Monica.

SCENEGGIATORE                       Tutto bene Monica?

ATTRICE                          Sì, mai stata meglio!
SEGRETARIO                    Sei raggiante.

ATTRICE                           Merito del botulino. Ogni tanto bisogna rinfrescare lo sguardo! Altro che la nonna malata di Alzheimer.

Buio.





VIII Scena
L’attrice e lo sceneggiatore.

ATTRICE                     Ottima scelta, quindi la protagonista assoluta sarà Norma? Hai eliminato tutti i protagonisti secondari?


SCENEGGIATORE           Esatto. Un monologo di Norma Desmond, un viaggio sofferto nella vita dell’attrice tra passato e presente, sogni e realtà. Joe apparirà in sole due scene: la scena del ballo e la scena finale dell’omicidio. Norma a tu per tu con i suoi fantasmi.


ATTRICE                  Meraviglioso! Da due mesi sei al lavoro e stai riscrivendo un piccolo capolavoro. Ho già in mente come sarà la scenografia e come dirigermi in alcune scene. Interpreterai tu Joe, vero?


SCENEGGIATORE             Non saprei…

ATTRICE                  Ti offro il doppio del compenso.

SCENEGGIATORE              Vedremo…

ATTRICE                     Ho prenotato il Teatro Mastroianni a Brescia, andremo in scena tra sei mesi. Dal 25 febbraio potremo fare le prove direttamente a teatro. Massimo sta già preparando i comunicati stampa e fisserà via via le interviste. Nicolai, Montanaro e Nuzzo, i critici, saranno ospitati da noi e sotto lauto compenso … Si sa come sono i critici, amano le comodità. E più li coccoli più sono premurosi verso le compagnie.

SCENEGGIATORE            I critici… (ride) che bella categoria…   Negli ultimi anni riesci ad ammansirli con poco. Una scopata con l’attrice dello spettacolo, ospitate in qualche festival, cibo, soldi, carinerie e la recensione è scritta! Solo belle parole anche se lo spettacolo è pessimo.






ATTRICE                   Non esistono più i critici di una volta. Non esistono più gli attori di una volta. Non siamo. In Italia poi …. meritocrazia zero! Prima di Capodanno comunque vorrei fare delle prove. Ho già memorizzato quasi tutto.

SCENEGGIATORE                Per le festività vorrei ritornare a casa e stare in famiglia. Il lavoro è terminato, può aiutarti Massimo per le prove… già a Natale sono stato lontano dai miei.

ATTRICE                   Ho già fatto addobbare casa e … ricordi quel vestito che provasti l’altra sera all’emporio? Te l’ho comprato.

SCENEGGIATORE               Monica, non dovevi…

ATTRICE                       A mezzanotte ci saranno i fuochi d’artificio… ho chiamato anche i musicisti, ci sarà un concerto nel salotto…

SCENEGGIATORE              E chi altro verrà?


ATTRICE                    Nessuno. Ci saremo io, Massimo e tu… resta, dai…

SCENEGGIATORE               Che felicità….

ATTRICE                         Ti pago il triplo…

SCENEGGIATORE             Se proprio devo…

ATTRICE                 Dai, indossa l’abito da sera e fammi vedere come ti sta. Domani festeggiamo, proviamo anche la scena del ballo? Ti prego.

SCENEGGIATORE               Perché proprio la scena del ballo?

ATTRICE               È una delle scene che più preferisco. E l’atmosfera … ricorda proprio quella della scena! Strano, vero?

SCENEGGIATORE              Non starai entrando troppo nella parte?

L’attrice ride.


Buio.






IX Scena
L’attrice e lo sceneggiatore.


Sullo schermo viene proiettata la scena di Joe e Norma che ballano nel salotto. La voce dell’attrice e dello sceneggiatore ripetono in contemporanea le voci degli attori.

ATTRICE               Joe, stai divinamente!

SCENEGGIATORE            Ti prego, Norma.

ATTRICE                        Su! Voltati!

Lo sceneggiatore gira su se stesso come nel film.

ATTRICE                       Perfetto. Che magnifiche spalle! Ti sta da Dio.

SCENEGGIATORE               È tutta imbottitura, non vi illudete.

ATTRICE                          Su, beviamo qualcosa. Sai, questo pavimento era di legno ma io l’ho cambiato. Valentino diceva che il marmo è l’ideale per il tango. Ti conduco io.

Ballano.

SCENEGGIATORE             Però niente confronti con Valentino.

ATTRICE                  Segui i miei passi.

SCENEGGIATORE                Non buttarti indietro così! Sono le dieci passate, a che ora devono arrivare?

ATTRICE               Chi?

SCENEGGIATORE               Gli altri invitati.

ATTRICE                 Non ci saranno altri invitati. Non ho voluto che altri godessero di questa serata stupenda. È solo per noi. Stammi vicino.

SCENEGGIATORE         A mezzanotte, bendiamo l’orchestra e spacchiamo i bicchieri sulla testa di Max?

ATTRICE          Ma che buffe idee ti vengono in mente?

SCENEGGIATORE                          Un po’.

ATTRICE                È buffo ma… sai … credo di essermi innamorata di te.

L’attrice accarezza lo sceneggiatore. Fermo immagine del film: primo piano di Norma che trattiene tra le mani la sigaretta fumante. Si sente la voce fuori campo di Joe GILLIS: “Mi sentivo afferrato come la sigaretta che teneva nel suo strano arnese.”




SCENEGGIATORE              Questa battuta non c’è nel copione.

ATTRICE                     (sorridendo e guardando negli occhi lo sceneggiatore) Non sto recitando.
                                       Credo di amarti. (stringe la mano dello sceneggiatore) Dico sul serio.

SCENEGGIATORE               Monica, tu stai blaterando. Sei entrata così tanto nel personaggio di Norma da ripetere nella vita quello che reciti in scena. È tutto così fottutamente strano. Un incubo.


ATTRICE   (tocca la tasca della giacca)            Un incubo? (ride) e i soldi che hai intascato da me fanno forse un parte dell’incubo?


Pausa. Silenzio. L’attrice prende la mano dello sceneggiatore e lo scorre sul suo corpo, dalle gambe, fino al seno e alle sue labbra.

ATTRICE                            Tu sei importante per me. Fai parte della mia rinascita. Tutte le sere passo nella tua stanza, mi piace vederti dormire, sfiorarti i capelli, accarezzarti il viso e immaginare di dormire con te.

SCENEGGIATORE           Monica…

ATTRICE                        Ssh. Hai scritto un copione che è un successo assicurato, mi rivedo in ogni tua parola. Ti amo, Marcello. Vieni qui, avvicinati. Non mi vergogno di dirti queste parole alla mia età. Averti accanto mi fa stare bene. La solitudine è il vero male di un attore che se ne sta lì, fermo, senza un lavoro, aspettando che il telefono squilli. Io credo di amarti. (sposta la sua mano sul suo cuore), lo senti?

L’attrice prende con forza con le mani il volto dello SCENEGGIATORE e lo bacia con veemenza.

Sullo schermo ancora il fermo immagine di Norma Desmond che trattiene la sigaretta tra le mani.

I due attori fermi mentre si baciano.




Voce fuori campo dello SCENEGGIATORE


SCENEGGIATORE                  Sto scopando una settantenne che non scopa da anni. Ferma nel lavoro e ferma anche nella vita sentimentale. Monica vuole a tutti i costi la sua seconda vita, si muove come una forsennata. Spero non le venga un infarto stanotte, non prima di andare in scena con il suo capolavoro. (ride) Tu vedi che voglia che ha di scopare questa donna. Ho voglia di scopare anche io e una donna vale l’altra. È buio e sfioro solo un corpo. Bacio Monica e penso a Cinzia. Immagino che questo corpo sia di Cinzia: i fianchi di Cinzia, i seni di Cinzia, il culo di Cinzia, la fica di Cinzia. La bocca di Cinzia sul mio … (gemito di piacere) Scopo il mio amore immaginario.
La vita è quello che accade mentre scopi, non importa chi. E non pensi più. Stanotte stranamente penso. Monica rappresenta i miei fantasmi: questa casa luttuosa mi ricorda ciò che non sono più, le mie illusioni infrante. Ero un promettente sceneggiatore anche io e sono rimasto uno sceneggiatore e un autore di serie B. Monica, non capisce. Non abbiamo una seconda opportunità. Non la abbiamo a 40, 50, 70 anni. Troppo tardi. Sognare in grande ti porta solo a cadere e farti più male.








X Scena
L’attrice e lo sceneggiatore.


ATTRICE                 Massimo, noi stiamo per scendere. È pronta la colazione?

SCENEGGIATORE        Non iniziare con questo noi, ti prego.

ATTRICE                  Che hai? Non sei stato bene con me stanotte?

SCENEGGIATORE         Non cominciare a fare l'adolescente innamorata.

ATTRICE                   Credevo...

SCENEGGIATORE         Credevo. Credevo, smettila di credere. Eravamo ubriachi. Ci siamo divertiti. Punto. Finisce tutto qui. Siamo solo soci d'affari, chiaro?


ATTRICE                        Ho bisogno di te. Proviamoci almeno... (pausa) Non hai provato nulla stanotte? (pausa) ... una seconda possibilità... almeno dammi un'altra possibilità... c'è forse un'altra donna di mezzo?

SCENEGGIATORE                       Solo soci in affari, chiaro? La vita va presa così come viene: conosci quel detto "carpe diem". Cogli l'attimo senza pensare al futuro, soprattutto in questa società senza futuro. Hai settant'anni, cazzo. Dovresti capire come va la vita. Non metterti a fare i melodrammi come un'attrice da quattro soldi.

Silenzio.

SCENEGGIATORE                Stasera parto. Proviamo le ultime scene e poi vado via. Dovrai trovarti un altro Joe Gillis. Per i soldi, bastano quelli che mi hai dato. (Va via)

L'attrice resta in silenzio in stanza.

Silenzio.

Squilla il telefono dello SCENEGGIATORE.

ATTRICE                      Il telefono di Marcello! Numero sconosciuto. (Sembra voglia portarglielo, temporeggia e poi risponde, in silenzio ascolta)


Voce fuori campo di donna                 Marcello, ci sei? Sono Cinzia, scusa se non ho risposto subito ai tuoi messaggi. Hai terminato quel lavoro con l'attrice settantenne? Che hai deciso per la tournée? Andrai in giro con lei? Mi manchi. Ho voglia di rivederti. Sarà diverso stavolta, vedrai..  Massimo ci sei? Perché non rispondi?



Rumore di chiamata chiusa.


ATTRICE                    Massimo, avvisa Marcello. Vorrei provare l'ultima scena di "Viale del tramonto" e cambiare delle battute e vedere con lui se vanno bene così modificate. Riprendi tutto con il cellulare, voglio che registri ogni mio movimento, ho necessità di studiare ogni minimo particolare.


SEGRETARIO              D'accordo.






XI Scena
L’attrice, il segretario, lo sceneggiatore.


SCENEGGIATORE            Cerchiamo di muoverci, ho il treno tra mezz’ora.

ATTRICE              Riprendi tutta la scena, Massimo. Fai molti primi piani.

Sullo schermo vediamo le scene di “Viale del tramonto”.

SCENEGGIATORE                Sbrighiamoci, sono stanco di questa farsa. Tocca a te la prima battuta. Ho anche i miei bagagli. Sono anche nel copione e nella scena del film no?

ATTRICE                   Joe, posso entrare? Ho smesso di piangere. Sto bene adesso. Joe, dimmi che non sei in collera. Dimmi che va tutto bene. Joe, che stai facendo?

SCENEGGIATORE             I bagagli!

ATTRICE                   Vuoi lasciarmi?

SCENEGGIATORE          Sì.


ATTRICE             Non te ne andare!! Max! Max!


SCENEGGIATORE          Grazie per l’uso di questo bel guardaroba. Il resto è chiuso nell’armadio.


ATTRICE               È tutto tuo. Se resti, ti darò tutto quello che vuoi. Denaro?

SCENEGGIATORE          Norma, è tempo di finirla. Questo lavoro non mi piace più.

ATTRICE                  Non andare via! Max! Max! Io non posso vivere senza te. Tu sai che non ho paura di morire.

SCENEGGIATORE         Questo lo sai tu.

ATTRICE                   E che ho comprato una rivoltella. (tira fuori la rivoltella) La vedi? Credi che non abbia il coraggio?

SCENEGGIATORE               Sì, se lo richiede la scena. Sei una donna di settant’anni, apri gli occhi.

ATTRICE                       Ho aperto gli occhi, Marcello.

SCENEGGIATORE              Hai sbagliato battuta. Quella corretta era: “Le stelle non hanno età! Te ne infischi? Milioni di persone ne parleranno!”

ATTRICE                   Sono una grande attrice sola. E sto recitando per una platea vuota. Il pubblico se n’è andato da vent’anni. Non si lascia una grande stella da sola, ma mi avete lasciato tutti sola.

SCENEGGIATORE              Monica, riprendi con la battuta scritta nel copione.

ATTRICE (strappa il copione)                 È stata tutta un’illusione e forse sei anche tu esisti solo nella mia mente. Non sono mai stata una grande attrice. Non ho mai ricoperto un ruolo importante e l’uomo che ho di fronte non mi ha mai amata. Stai per lasciarmi anche tu, Marcello. Illusioni. Solo illusioni nella mia vita. Nessuno mi ha mai amata, nemmeno io mi sono mai amata. Ho vissuto una non-vita sperando di farcela. Un’attrice di talento, bella, brava ma terribilmente sola e non raccomandata. Ti piace questa battuta, Marcello?
La inseriamo? Norma non è pronta per il suo primo piano.


L’attrice spara lo SCENEGGIATORE e poi punta la rivoltella sulla sua testa e cade a terra. I due restano per terra accasciati. Il segretario riprende la scena. Smuove i corpi con il piede, nessuno dei due si muove.

SEGRETARIO             Che succede? C’è sangue ovunque. Marcello? Monica?

Rumore di sirene di ambulanze e polizia. Flash ovunque.







THE END.



















             







    
                 




       

                 










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