VIALE DEL TRAMONTO (libero adattamento di “Viale del tramonto” di Billy Wilder)
- 11:24
- By Una, la spettatrice itinerante
- 0 Comments
VIALE DEL TRAMONTO
(libero adattamento di “Viale del tramonto” di Billy Wilder)
PERSONAGGI
Segretario,
Massimo
Attrice,
Monica
Sceneggiatore,
Marcello
INFO
Viale del tramonto è un libero
adattamento teatrale dell'omonimo film (titolo originale 'Sunset Boulevard')
diretto da Billy Wilder.
La storia racconta del
dramma dell'esclusione e della fragilità degli artisti.
La vicenda è
ambientata ai giorni nostri. Lo spettacolo vuole raccontare in maniera polemica
il mondo dello star system che illude e costringe a rincorrere a tutti i costi una
perfezione che si allontana, irraggiungibile. Un mondo patinato e finto, pieno
di amicizie false e gente senza scrupoli capace di svendere il proprio corpo
pur di raggiungerei i propri fini. Attori ridotti a corpi senz'anima. Monica,
Massimo e Marcello: vita e spettacolo si intrecciano fino a confondersi. Una
storia di fantasmi e di illusioni, in una Milano decadente e finta. I
protagonisti ricalcano i protagonisti del film di Wilder: l’ex diva, lo
sceneggiatore fallito, divenuto autore di programmi televisivi spazzatura e il
segretario, da giovane promettente regista. Un incontro casuale e un copione da
correggere saranno visti da Monica, attrice un tempo famosa, come la possibilità di un
ritorno alla felicità e alla piena realizzazione di sé, l'ultimo treno per
rilanciare la sua carriera e dimostrare a tutti di essere una brava attrice che
non ha bisogno di umiliarsi in programmi televisivi per attori falliti. Una
rivalsa che non salverà nessuno.
Il testo è il
riflesso di un presente cupo e indecifrabile, ognuno recita la sua parte anche
nella vita con le sue piccole, grandi ipocrisie.
I Scena
Il Segretario.
SEGRETARIO Se c’è una cosa che ho capito nella
vita è che ci vuole pazienza. «La pazienza è la virtù dei forti!», diceva
sempre mio nonno. Oggi, invece, siamo deboli. Fottutamente deboli. Non sappiamo più aspettare, cazzo. (parla con tono
deciso, meccanico, freddo) Macchine da guerra. Manichini in serie. Tutti
ugualmente schiavi del successo, del denaro, dell'utile. Avidi dell'inutile,
del vano piacere. Tutto questo? Vogliamo
ottenerlo in poco, pochissimo tempo. Essere felici ogni giorno. O fingere di
esserlo. E con minor fatica. Così (schiocca le dita): ad uno schiocco di dita.
Il successo … si ottiene con la gavetta, i
sacrifici, il duro lavoro… E l’amore? Pure per l’amore, quello vero intendo… ci
vuole …. tempo! Ora invece dobbiamo correre, veloce, sempre più veloce,
realizzarci a tutti i costi.
(accende una sigaretta)
Buio.
Vediamo solo
la luce della sigaretta accesa fumante.
SEGRETARIO Poi… magari ti ritrovi a cinquant’anni solo. Perché non tutti ce la fanno. La dea Fortuna? Solo un miraggio; sei uno sfigato che vive da SOLO in una casa d’epoca maestosa, con un garage pieno di auto d’epoca che nessuno guida da anni e una miriade di stanze… che se devi pulirle tutte ci impieghi un anno, altro che giorni… e se parli ad alta voce si sente l’eco.
ECO l'eco... l'eco... l'eco..
SEGRETARIO (pausa) Ripeto. Poi magari aspetti. E ti ritrovi solo, a cinquant’anni. L’ho detto che sono solo? Perché aspetti, poi fai dei tentativi, vani, e aspetti. E mentre aspetti il tuo treno, invecchi. Capelli bianchi, rughe sul viso, quel senso di fallimento sulle spalle… Era scontato che sarebbe andata a finire così. Monica era fuori di sé da anni. Impazzita. Desiderava essere al centro dell'attenzione e si è ritrovata invece sempre ai margini. Attrice promettente senza un futuro. Un fiore sull'asfalto, piccolo e indifeso, è destinato ad essere schiacciato dalle auto in corsa. Monica, piccolo fiore. Piccolo bocciolo, se solo in questi anni mi avessi guardato negli occhi. Ti ho amata senza essere ricambiato. (Tira in giù la cerniera dei pantaloni, si gira, è di spalle al pubblico) Le mie attenzioni scambiate per semplice cortesia. Va a finire sempre così, cazzo. Costretti a farci le seghe amando in silenzio chi non ci ama. La vita è quello che accade mentre ti fai una sega e immagini di scopare la donna che non avrai mai. I miei baci, i miei umori al posto delle tue lacrime e del botulino per rimanere giovane. Ti avrei resa felice, Norma. Senza “se” e senza “ma”. La ricerca del successo ti ha uccisa. Tutta Milano parla di te.
(pausa)
SEGRETARIO “Monica, la diva dagli occhi tristi e la sua
triste fine”. Questa è Milano, Italia. È mattina, sono le 8.00. La polizia, i
R.I.S. e i giornalisti sono da poco andati via. Una triste mattina nebbiosa, in
quel di Milano, via Monte Napoleone. Ulteriori approfondimenti dell’accaduto
saranno dati nelle prossime edizioni del tg nazionale. Ne sentirete parlare in
tv, in radio, sui giornali, nei
salotti
pomeridiani, per mesi. Ma prima di ascoltare tutte le notizie distorte, prima
che qualche primadonna della tv ci costruisca su un teatrino, guardate tutto
con i vostri occhi. Questa è la storia di una splendida attrice decaduta,
famosa negli anni ’50 e di uno squattrinato sceneggiatore di serie B. Un uomo e
una donna in crisi, in un mondo in crisi, che hanno posto fine alla loro crisi
in un modo orrendo. Unico testimone dell’accaduto? C’est moi! Mi chiamo Massimo e sono il segretario di madame da ben
30 anni. Sono stato in questura, interrogato dalla polizia per ore. Ho risposto
a tutte le domande. Ho descritto per filo e per segno, con una minuziosità
tipica di un regista, tutto quello che è accaduto. Ho mostrato anche il video.
(pausa) Una prece. Madame, che bella vita avremmo potuto vivere. Sarebbe stata
una vecchiaia felice. Non ti sei accontentata della tua felicità. Volevi
apparire, recuperare l’affetto dei tuoi fan, sentirli vicini, essere ammirata,
lavorare e ritornare a fare l’attrice e ricoprire il tuo ruolo, solo tuo. Non
hai accettato la normalità, una vita semplice. Mi hai lasciato solo, in questa
casa fredda, unico erede di tutto questo patrimonio. Mi domando cosa sia la
felicità e non so perché ma l’unica risposta che potrei darmi ora è bere un
Martini. O forse due.
Squilla il
telefono.
SEGRETARIO Pronto? Chi parla?
(pausa)
Sì, sono
io il suo segretario.
(pausa)
Canale8?
Programma “Omicidi in famiglia”?
(pausa)
Non
saprei. Sono sempre stato contrario alla tv del dolore. Sono reduce da
un grave
lutto … cerchi di comprendermi… Prego?
Cosa dice? Protagonista
della
puntata? Realizzerete anche un documentario su Monica? E anche qui
il
protagonista sarei io? 7.000 euro per la puntata in tv? È un evento che ha
colpito subito il pubblico
social, lo so, ho visto. Tutti commossi da questa
tragica
storia… 10.000 euro per il documentario? E qualche altra apparizione
in tv con
la possibilità di proiettare i miei film?
Buio.
VOCE FUORI
CAMPO Ottimo! Signor Massimo,
la aspettiamo nei nostri studi domattina alle 7.00. Mi raccomando, puntuale.
Luce.
SEGRETARIO Madame aveva
ragione. (tira su la patta dei pantaloni) Noi uomini siamo soliti essere
contraddittori. Mi sento stranamente euforico: è la smania del successo. Ho
voglia di essere popolare. Non credevo che sarei diventato più famoso di
Monica. Devo avvisare i miei amici su Facebook! … Scrivo un post (prende il
cellulare e scrive leggendo il messaggio a voce alta):
“Domani tutti sintonizzati su canale8 alle
8.00. Parlerò della triste avventura della mia cara amica Monica. Faccina
triste. Faccina rammaricata. Faccina con lacrima appesa. Faccina che piange.”
SEGRETARIO 30 mi piace in
soli 10 minuti! Incredibile! Ora posto anche un bel selfie!
Il
segretario guarda il telefono pronto a scattarsi un selfie.
SEGRETARIO Sono pronto per il mio primo
piano!
II Scena
Il Segretario e
l’attrice.
Il
segretario entra con una torta in mano. Accende le candeline.
SEGRETARIO Monica, e sono settanta!
ATTRICE Che cosa hai detto?
SEGRETARIO Compi 70 anni oggi, no?
ATTRICE 69, Massimo! 69!!! E
comunque avevamo detto niente candeline!
(Monica
spegne le candele che Massimo sta sistemando sulla torta)
SEGRETARIO Cerca di stare tranquilla! È il
tuo compleanno!
ATTRICE Sono tranquilla! Lo
sono da una vita. È che non voglio che si dica il falso in questa casa! (esce
di scena)
SEGRETARIO Se la prende per così poco!
Sempre così suscettibile! Le star fanno sempre i capricci anche quando sono
decedute…ops decadute… lapsus! Fammi controllare su Wikipedia la data di
nascita… è un suo capriccio! Adesso pure un anno in meno! Cosa non si fa pur di
dire di essere giovani!
Voce fuori
campo ATTRICE MAAASSIMOOOOO!!! (urla)
SEGRETARIO Che succede?
ATTRICE
(voce fuori campo)
Rex, il barboncino, vieni a vedere! È morto!
Il
SEGRETARIO esce di scena.
(pausa)
Il
SEGRETARIO e l’ATTRICE rientrano.
SEGRETARIO Su dai, siediti, ti preparo una
camomilla. E la torta? Vuoi un pezzo?
ATTRICE Lascia stare la torta,
hai chiamato le onoranze funebri?
SEGRETARIO Arriveranno a breve. Stai
tranquilla. Era un cane anziano, 18 anni. Ha fatto la sua vita. D’altronde il
tempo passa per tutti. 18 anni corrispondono a settant’anni di noi uomini. Era
un cane ultrasettantenne! 70 anni sono 70 anni.
ATTRICE
(con occhi arrabbiati) Che cosa
vorresti insinuare?
SEGRETARIO (bacia la mano di Monica) Ehm… nulla! Per le donne come te, 69
anni sono una pura formalità, sei un fiore, fai invidia alle trentenni!
ATTRICE Mi ha chiamato Torrisi,
quel mio caro amico casting director, conosce un giovane regista, molto
promettente. Ha chiesto di me, vuole un’attrice della mia età che buchi lo
schermo. Ha riferito che il mio sguardo nel film “Il giorno dell’usignolo” è
uno dei primi piani più intensi della storia del cinema italiano. Segna
sull’agenda l’appuntamento: dopodomani abbiamo l’incontro. Andiamo a casa di
Torrisi, beviamo un caffè a casa sua, non credo voglia farmi un provino.
SEGRETARIO Una bella notizia il giorno del
tuo compleanno! Ottimo!!!
III Scena
L’attrice e lo sceneggiatore.
Bussano alla porta (rumore insistente), l’ATTRICE va
ad aprire
ATTRICE Finalmente! Perché così tardi? Venga, da
questa parte.
SCENEGGIATORE Ho parcheggiato la macchina nel
vostro garage, un guasto … è scoppiata una gomma.
ATTRICE Ma come si è vestito? Pulitevi le
scarpe! Avete un vestito poco adatto per le circostanze.
SCENEGGIATORE Quali circostanze?
ATTRICE
Avanti, si sbrighi! Salite! Se
avete bisogno di una mano per la bara da portare su, chiamo il mio segretario.
Ho appoggiato la piccola creatura vicino al fuoco, amava scodinzolare e
starsene a guardare la legna ardere. Potremmo seppellirlo nel giardino, che ne
pensa?
SCENEGGIATORE Non so di cosa sta parlando… credo ci
sia un error… (viene interrotto dalla voce di Monica)
ATTRICE
La bara deve essere bianca come il pelo del mio cucciolo. All’interno
imbottitela con della seta rosa … bianca… o forse meglio rossa. Per il colore
fate voi… L’importante è che all’interno ci si un osso d’oro zecchino. Quanto
potrà costarmi tutto? Mi raccomando, non esagerate nel prezzo solo perché sono
ricca… (sussurrando nell’orecchio) eredità di famiglia.
SCENEGGIATORE
Guardi, c’è uno sbaglio! Mi si è fermata la macchina e l’ho parcheggiata
nel vostro garage… Sono un suo grande ammiratore … ma sono qui per affari
lavorativi. Sono un autore televisivo e…
ATTRICE
Uscite di qui!
SCENEGGIATORE
Mi spiace per il suo barboncino… bellissima razza tra l’altro… le mie
più sentite condoglianze, non credo comunque che il rosso sia il colore adatto
per una bara.
ATTRICE
Fuori di qui! O chiamo il mio segretario!
SEGRETARIO
Ha un viso meraviglioso, angelico: lei è stata una grande attrice.
ATTRICE Io sono sempre grande. È il cinema che
è diventato piccolo. Ormai solo attrici sciacquette da quattro soldi, tutte
uguali, di bassissimo livello: troie sul palcoscenico e negli uffici dei loro
manager e registi. Che cosa è rimasto? Il nulla cosmico! Il vuoto assoluto!
SCENEGGIATORE
Bisogna prendere atto che i tempi sono cambiati. E comunque non è colpa
mia. Sono un umile sceneggiatore ed autore tv. Vorremmo soltanto acquistare i
diritti per realizzare un programma
sulla sua vita, un guadagno alto per lei tra l’altro.
ATTRICE Via di qui! La mia arte ed io
non siamo in vendita!
SCENEGGIATORE Ssh! O sveglierete il povero
barboncino!
ATTRICE Massimo! Porta via il
signore e non farlo più entrare!
IV Scena
L’attrice e lo sceneggiatore.
SCENEGGIATORE Prossima volta porterò tutte le
foto, le videocassette che ho di lei, così me li autografa tutti! Ah,
dimenticavo! Volevo farle i miei più cari auguri di buon compleanno, ma per una
diva il tempo non passa mai! Dovrebbero offrirle un ruolo principale, altro
che… lei merita un ruolo al cinema o a teatro! Ho lavorato fino a poco tempo fa
con Sophia Cattaneo a teatro.
ATTRICE
Era una mia cara amica! Oh, Sophia!
SCENEGGIATORE Attrice maleducata e credetemi…
sessantasette anni portati malissimo!
Silenzio.
ATTRICE
Aspettate, tornate qui!
Ritorna in scena.
ATTRICE Siete
uno sceneggiatore teatrale, quindi?
SCENEGGIATORE Perché siete così interessata?
ATTRICE Lo siete o non lo siete?
SCENEGGIATORE Lo sono.
ATTRICE Quanti copioni avete
scritto?
SCENEGGIATORE Molti. Alcuni sono stati messi in
scena altri sono custoditi nel mio cassetto. Se vuole, le faccio leggere
qualche testo. Mi piace conoscere i pareri della gente.
ATTRICE Venite qui. Voglio farvi vedere una cosa,
ma prima seppelliamo il povero Rex, è
arrivato l’uomo con la bara.
V Scena
L’attrice e lo sceneggiatore.
ATTRICE Quanto è lungo un copione
teatrale al giorno d’oggi? Quante pagine più o meno?
SCENEGGIATORE Dipende. Oggi l’attenzione media degli
spettatori si è abbassata. Un’ora è già tanto. Massimo una trentina di pagine.
La gente non ha più voglia di ascoltare, a volte ho la sensazione che si vada a
teatro tanto per, per hobby. Un rituale settimanale per l’alta società. Una
moda… Tempo fa proposi un
approfondimento settimanale sul teatro al direttore del mio canale televisivo:
un inviato girava per teatri intervistando il pubblico e chiedendo loro il
significato dello spettacolo visto. Ha bocciato la mia proposta: - Che cazzo
direbbero? Pensi che oggi il pubblico abbia un senso critico? La gente va per
vedere e basta. Ricorda: mai svegliare lo spettatore apatico che dorme,
tirerebbe fuori il peggio di sé. – mi ha detto.
ATTRICE
(porge un copione allo sceneggiatore) Questo è un copione importante. Da tre anni
lavoro per scrivere questa sceneggiatura teatrale. È un mio chiodo fisso.
SCENEGGIATORE
(sfogliando il copione) Molte più di trenta pagine!
Un copione per sei spettacoli teatrali!
ATTRICE Ho scritto un adattamento teatrale
di “Viale del tramonto”, il capolavoro di Billy Wilder. Avrei voluto lo
dirigesse Palmarini, il miglior regista teatrale italiano. Ho lavorato quindici
anni fa con lui, ma è impegnato. Per cui curerò da me la regia.
SCENEGGIATORE E voi interpreterete Norma Desmond?
ATTRICE Ovvio! Quale altro ruolo dovrei
interpretare? La sceneggiatrice di cui si innamora Gillis? L’ho eliminata dalla
sceneggiatura tra l’altro, personaggio femminile di poco conto.
SCENEGGIATORE Quell’offerta televisiva comunque non me la
farei scappare. Più di 10.000 euro. Un ritorno in scena coi fiocchi. E non sarà
nemmeno stancante per lei: la seguiamo giorno per giorno nella sua villa,
mentre è in piscina, sorseggia della cioccolata calda, legge un libro. Capisce?
Poco dispendio di energie e un ritorno di immagine non indifferente.
ATTRICE Ritorno di immagine! Odio
questa parola! Recitare! Io voglio solo recitare. Mi dica… che senso ha farsi
riprendere mentre mangi, bevi o vai in bagno? Povera Italia! Norma Desmond, che
ruolo! Una gran parte! L’affascinante attrice del muto, così triste e sola, uno
dei personaggi più intensi della storia del cinema! Calarmi nel suo personaggio
sarà semplice, conosco il suo dolore, potrei dire che è il mio dolore. Chi
altri se non io può comprenderla? La sua dolente voglia di riscatto. Voglio una
seconda opportunità e la voglio con questo copione, mi aiuterà?
(pausa) Leggete, leggete il mio copione. (porge il
copione) Massimo, portaci dello champagne! Accendiamo le luci del lampadario?
SCENEGGIATORE Vedo benissimo.
L’attrice sempre più attaccata allo sceneggiatore.
ATTRICE Beh, che ne pensa?
SCENEGGIATORE
Avvincente, forse c’è qualche ripetizione ma possiamo lavorarci su.
ATTRICE L’ho scritto col cuore.
SCENEGGIATORE
Lo percepisco, è un piccolo capolavoro, dobbiamo solo correggere un po’
i dialoghi.
ATTRICE Mi piace che l’attore
parli con i gesti, gli occhi, i respiri…
SCENEGGIATORE
Va riordinato, ma è sulla buona strada.
ATTRICE Lo svolga lei il
lavoro!
SCENEGGIATORE
Non posso, dato che lei non ha accettato l’offerta in tv, devo tornare
in ufficio e dedicarmi a un nuovo progetto da proporre… altrimenti rischio il
licenziamento!
ATTRICE Lasci quel lavoro e venga
a lavorare per me!
SCENEGGIATORE
Non saprei…
ATTRICE Le offro una buona
paga, crede sia un problema per me il prezzo? Non ho problemi su questo campo.
Resti qui finché non corregge il testo. Le offro vitto e alloggio.
ATTRICE Lavorando con me
guadagnerà il triplo di quello che guadagna in un solo mese. Sa, anni fa è
morto un mio caro parente e ho ricevuto in eredità denaro, appartamenti: vorrei
investire questi soldi per autofinanziare un progetto teatrale. Ho voglia di
ritornare in scena con stile. E con questo spettacolo avremo ampi margini di
guadagno. Accetta?
Buio.
Luce.
VI Scena
Lo sceneggiatore.
SCENEGGIATORE 8.000 euro solo per
correggere il copione. Questa l’offerta che la vecchia mi ha fatto: niente
male. E se me la lavoro, qualche altro soldo riesco ad intascarmelo. Tra le mie
conoscenze e le sue qualche replica ce la assicuriamo e se riesco a farla
infatuare di me, magari riesco a convincerla a lavorare in tv… poi toccherà al testamento…
quanti altri anni le resteranno da vivere? Cinque anni? Certo… la casa è un po’
tetra. Mi abituerò a questo grigiore. Il mutuo riuscirò ad estinguerlo entro
l’anno, per gli altri debiti c’è tempo. L’amo è stato gettato e lei ha
abboccato. Ho dato momentaneamente le
dimissioni per l’emittente televisiva per cui lavoro. Tra l’altro pagano ogni
morto di papa. Temporeggio un po’ e vedo come si evolve la situazione. Andrà
tutto alla grande, cerco di lavorarmi ancora un po’ la vecchia, devo farmela
amica. Una seconda opportunità … (ride)… se riesce a fare due repliche è già
assai. (accende una sigaretta) Con quei soldi proverò a riconquistare Cinzia.
Organizzo un viaggio e ce ne andiamo in America. (prende il cellulare e scrive
un messaggio).
“
Mi manchi.”
Buio. Vediamo solo la luce della sigaretta.
Voce fuori campo dell’ATTRICE Già immagino la sera della
prima e i titoli dei giornali: “Finalmente il gran ritorno di Monica D., la
diva degli anni ’50.”… l’adrenalina, le luci puntate su me, i critici teatrali
in prima fila…. E quella memorabile battuta: “Sono pronta per il mio primo
piano.” Che ne pensi? Ho pronunciato bene la battuta? … ma qual è il tuo nome?
Non ti sei presentato?
SCENEGGIATORE Marcello! … Andava benissimo la
battuta, Monica! Ah… e diamoci del tu, siamo colleghi!
(sogghigna e poi sussurra)
Povera illusa.
(spegne la sigaretta. ) Buio.
VII Scena
Lo sceneggiatore e il segretario.
SEGRETARIO Marcello, cerca di fare un buon lavoro.
SCENEGGIATORE
Come mai tutte queste attenzioni per Monica?
SEGRETARIO
Sono suo assistente fin
dagli albori della sua carriera. Poco più che sedicenne, era un’attrice
prodigio. Di una bravura innata, ma sfortunata. Dopo i primi successi a teatro,
ha ricoperto piccoli ruoli al cinema. Film passati alla storia, ma che non le
davano la giusta importanza. Si è vista scavalcare da attrici mediocri ma
fortunate e con le spalle protette. Di lì i corsi per migliorarsi, le scuole di
recitazione per perfezionarsi. Ma niente. Il suo treno non è più arrivato. Con
lei ho vissuto l’apice del successo e l’inferno della solitudine e della
depressione. Monica è fragile, fragilissima. Non voglio che nessuno le faccia
del male. Ho visto il tuo curriculum, rispettabilissimo, ma sei e resti un
estraneo per noi.
SCENEGGIATORE
Non accadrà, ti sembro forse una persona che se ne approfitta? Sto
correggendo il copione giorno e notte.
SEGRETARIO Monica merita di ritornare sul
palco. (voce spezzata e intenerita) Il suo primo lavoro lo ha svolto con me,
sai?
SCENEGGIATORE
Sei un regista?
SEGRETARIO (accende una sigaretta) Vuoi? ( porge una
sigaretta allo sceneggiatore che accetta) Lo sono stato … ho accantonato il mio
sogno in un cassetto. Quando sei ragazzo credi di poter realizzare tutti i tuoi
sogni. Ti piace scrivere e magari cominci a comporre poesie, poi provi con i
racconti e prosegui scrivendo sceneggiature con gli amici. I primi corti e sei
convinto che sfonderai, che hai scritto il miglior soggetto del mondo e
sfonderai in Italia e ad Hollywood … beata gioventù!
SCENEGGIATORE
Monica è stata la protagonista
di un tuo corto?
SEGRETARIO Sì. Ci siamo conosciuti ad un
corso di recitazione qui a Milano. Lei già recitava a teatro, ma è sempre stata
desiderosa di migliorare. Una perfezionista al limite del maniacale. Allora era
un volto noto. Camminava per strada ed era sommersa dai fans. Il pubblico la
amava. Ricordo che accettò di lavorare per me gratuitamente. Lesse il copione e
si innamorò follemente del personaggio: una poetessa e fotografa ventenne in
cerca di sé, timida nella vita quanto audace nei suoi scritti e nelle sue foto.
Ricordo che già tre settimane prima delle riprese passeggiava per le strade di
Milano recitando le poesie della protagonista: amava così tanto quel
personaggio che se lo portò dentro per mesi. Avrebbe potuto interpretare solo
lei quel ruolo…
SCENEGGIATORE E come andò?
SEGRETARIO Mi aiutò tantissimo. Vinsi
dei premi per quel corto… devo tutto a lei. Realizzai altri corti e il mio
lungometraggio “Orchidee”, ma mi fermai poco dopo.
SCENEGGIATORE
Come mai?
SEGRETARIO Il lungometraggio non andò
granché bene: non era stato capito. Avevo bisogno di soldi, cambiai strada:
impiegato in uno studio notarile. Io e Monica ci siamo ritrovati qualche anno
dopo. Ero disoccupato. Lei mi offrì un lavoro come segretario. Da allora siamo
sempre insieme. L’uno il bastone dell’altro.
SCENEGGIATORE Ho sempre pensato che il mondo
dello star system fosse una cagata pazzesca: amicizie come le vostre sono
rarissime.
SEGRETARIO C’è opportunismo ovunque. Cerca
di non far parte dello star system che è una cagata pazzesca. Monica è troppo
sensibile e debole. Non poter lavorare in questi ultimi anni è stato un dolore
immenso per lei: troppo vecchia, senza raccomandazioni. Per fortuna un’eredità
inaspettata l’ha mantenuta in questi anni. Ha provato ad autofinanziare alcuni
progetti, ma con scarsi risultati. Cerca di aiutarla almeno tu che sei nel
giro… il telefono non squilla più da anni. Gli amici… spariti: una enorme bolla
di sapone… l’offerta di qualche giorno fa? Un altro ruolo secondario, tre
battute per interpretare una nonna malata di Alzheimer. Tu eri nella tua stanza
a correggere il testo e non l’hai vista … ma quando siamo ritornati, l’ho
sentita che piangeva chiusa in bagno. È invecchiata senza interpretare un ruolo
importante, capisci? Un’eterna seconda. Ha tante aspettative che vuole
assecondare.
SCENEGGIATORE Che cosa triste invecchiare per
un attore.
Silenzio.
Scende l’ATTRICE. Tutte le luci sul volto di Monica.
SCENEGGIATORE Tutto bene Monica?
ATTRICE Sì, mai stata meglio!
SEGRETARIO Sei raggiante.
ATTRICE Merito del botulino.
Ogni tanto bisogna rinfrescare lo sguardo! Altro che la nonna malata di
Alzheimer.
Buio.
VIII Scena
L’attrice e lo sceneggiatore.
ATTRICE Ottima scelta, quindi la
protagonista assoluta sarà Norma? Hai eliminato tutti i protagonisti secondari?
SCENEGGIATORE Esatto. Un monologo di Norma
Desmond, un viaggio sofferto nella vita dell’attrice tra passato e presente,
sogni e realtà. Joe apparirà in sole due scene: la scena del ballo e la scena
finale dell’omicidio. Norma a tu per tu con i suoi fantasmi.
ATTRICE Meraviglioso! Da due mesi sei
al lavoro e stai riscrivendo un piccolo capolavoro. Ho già in mente come sarà
la scenografia e come dirigermi in alcune scene. Interpreterai tu Joe, vero?
SCENEGGIATORE Non saprei…
ATTRICE Ti offro il doppio del
compenso.
SCENEGGIATORE Vedremo…
ATTRICE Ho prenotato il Teatro
Mastroianni a Brescia, andremo in scena tra sei mesi. Dal 25 febbraio potremo
fare le prove direttamente a teatro. Massimo sta già preparando i comunicati
stampa e fisserà via via le interviste. Nicolai, Montanaro e Nuzzo, i critici,
saranno ospitati da noi e sotto lauto compenso … Si sa come sono i critici,
amano le comodità. E più li coccoli più sono premurosi verso le compagnie.
SCENEGGIATORE I critici… (ride) che bella
categoria… Negli ultimi anni riesci ad
ammansirli con poco. Una scopata con l’attrice dello spettacolo, ospitate in
qualche festival, cibo, soldi, carinerie e la recensione è scritta! Solo belle
parole anche se lo spettacolo è pessimo.
ATTRICE Non esistono più i critici
di una volta. Non esistono più gli attori di una volta. Non siamo. In Italia
poi …. meritocrazia zero! Prima di Capodanno comunque vorrei fare delle prove.
Ho già memorizzato quasi tutto.
SCENEGGIATORE Per le festività vorrei
ritornare a casa e stare in famiglia. Il lavoro è terminato, può aiutarti
Massimo per le prove… già a Natale sono stato lontano dai miei.
ATTRICE Ho già fatto addobbare casa
e … ricordi quel vestito che provasti l’altra sera all’emporio? Te l’ho
comprato.
SCENEGGIATORE Monica, non dovevi…
ATTRICE A mezzanotte ci saranno
i fuochi d’artificio… ho chiamato anche i musicisti, ci sarà un concerto nel
salotto…
SCENEGGIATORE E chi altro verrà?
ATTRICE Nessuno. Ci saremo io,
Massimo e tu… resta, dai…
SCENEGGIATORE Che felicità….
ATTRICE Ti pago il triplo…
SCENEGGIATORE Se proprio devo…
ATTRICE Dai, indossa l’abito da sera e
fammi vedere come ti sta. Domani festeggiamo, proviamo anche la scena del
ballo? Ti prego.
SCENEGGIATORE Perché proprio la scena del
ballo?
ATTRICE È una delle scene che più preferisco. E
l’atmosfera … ricorda proprio quella della scena! Strano, vero?
SCENEGGIATORE Non starai entrando troppo nella
parte?
L’attrice
ride.
Buio.
IX Scena
L’attrice e lo sceneggiatore.
Sullo
schermo viene proiettata la scena di Joe e Norma che ballano nel salotto. La
voce dell’attrice e dello sceneggiatore ripetono in contemporanea le voci degli
attori.
ATTRICE Joe, stai divinamente!
SCENEGGIATORE Ti prego, Norma.
ATTRICE Su! Voltati!
Lo
sceneggiatore gira su se stesso come nel film.
ATTRICE Perfetto. Che magnifiche
spalle! Ti sta da Dio.
SCENEGGIATORE È tutta imbottitura, non vi
illudete.
ATTRICE Su, beviamo qualcosa.
Sai, questo pavimento era di legno ma io l’ho cambiato. Valentino diceva che il
marmo è l’ideale per il tango. Ti conduco io.
Ballano.
SCENEGGIATORE Però niente confronti con
Valentino.
ATTRICE Segui i miei passi.
SCENEGGIATORE Non buttarti indietro così!
Sono le dieci passate, a che ora devono arrivare?
ATTRICE Chi?
SCENEGGIATORE
Gli altri invitati.
ATTRICE Non ci saranno altri invitati.
Non ho voluto che altri godessero di questa serata stupenda. È solo per noi.
Stammi vicino.
SCENEGGIATORE A mezzanotte, bendiamo l’orchestra e
spacchiamo i bicchieri sulla testa di Max?
ATTRICE Ma che buffe idee ti vengono in
mente?
SCENEGGIATORE Un po’.
ATTRICE È buffo ma… sai … credo di
essermi innamorata di te.
L’attrice
accarezza lo sceneggiatore. Fermo immagine del film: primo piano di Norma che
trattiene tra le mani la sigaretta fumante. Si sente la voce fuori campo di Joe
GILLIS: “Mi sentivo afferrato come la sigaretta che teneva nel suo strano
arnese.”
SCENEGGIATORE Questa battuta non c’è nel
copione.
ATTRICE (sorridendo e guardando
negli occhi lo sceneggiatore) Non sto recitando.
Credo di
amarti. (stringe la mano dello sceneggiatore) Dico sul serio.
SCENEGGIATORE Monica, tu stai blaterando. Sei entrata
così tanto nel personaggio di Norma da ripetere nella vita quello che reciti in
scena. È tutto così fottutamente strano. Un incubo.
ATTRICE (tocca la tasca della giacca) Un incubo? (ride) e i soldi che hai
intascato da me fanno forse un parte dell’incubo?
Pausa.
Silenzio. L’attrice prende la mano dello sceneggiatore e lo scorre sul suo
corpo, dalle gambe, fino al seno e alle sue labbra.
ATTRICE Tu sei importante
per me. Fai parte della mia rinascita. Tutte le sere passo nella tua stanza, mi
piace vederti dormire, sfiorarti i capelli, accarezzarti il viso e immaginare
di dormire con te.
SCENEGGIATORE Monica…
ATTRICE Ssh. Hai scritto un copione
che è un successo assicurato, mi rivedo in ogni tua parola. Ti amo, Marcello.
Vieni qui, avvicinati. Non mi vergogno di dirti queste parole alla mia età.
Averti accanto mi fa stare bene. La solitudine è il vero male di un attore che
se ne sta lì, fermo, senza un lavoro, aspettando che il telefono squilli. Io
credo di amarti. (sposta la sua mano sul suo cuore), lo senti?
L’attrice
prende con forza con le mani il volto dello SCENEGGIATORE e lo bacia con
veemenza.
Sullo
schermo ancora il fermo immagine di Norma Desmond che trattiene la sigaretta
tra le mani.
I
due attori fermi mentre si baciano.
Voce
fuori campo dello SCENEGGIATORE
SCENEGGIATORE Sto scopando una settantenne
che non scopa da anni. Ferma nel lavoro e ferma anche nella vita sentimentale.
Monica vuole a tutti i costi la sua seconda vita, si muove come una forsennata.
Spero non le venga un infarto stanotte, non prima di andare in scena con il suo
capolavoro. (ride) Tu vedi che voglia che ha di scopare questa donna. Ho voglia
di scopare anche io e una donna vale l’altra. È buio e sfioro solo un corpo. Bacio
Monica e penso a Cinzia. Immagino che questo corpo sia di Cinzia: i fianchi di
Cinzia, i seni di Cinzia, il culo di Cinzia, la fica di Cinzia. La bocca di
Cinzia sul mio … (gemito di piacere) Scopo il mio amore immaginario.
La vita è quello che accade mentre scopi,
non importa chi. E non pensi più. Stanotte stranamente penso. Monica
rappresenta i miei fantasmi: questa casa luttuosa mi ricorda ciò che non sono
più, le mie illusioni infrante. Ero un promettente sceneggiatore anche io e
sono rimasto uno sceneggiatore e un autore di serie B. Monica, non capisce. Non
abbiamo una seconda opportunità. Non la abbiamo a 40, 50, 70 anni. Troppo
tardi. Sognare in grande ti porta solo a cadere e farti più male.
X Scena
L’attrice e lo sceneggiatore.
ATTRICE Massimo, noi stiamo per scendere.
È pronta la colazione?
SCENEGGIATORE Non iniziare con questo noi, ti prego.
ATTRICE Che hai? Non sei stato bene con me stanotte?
SCENEGGIATORE Non cominciare a fare l'adolescente innamorata.
ATTRICE Credevo...
SCENEGGIATORE Credevo. Credevo, smettila di credere. Eravamo ubriachi. Ci siamo divertiti. Punto. Finisce tutto qui. Siamo solo soci d'affari, chiaro?
ATTRICE Ho bisogno di te. Proviamoci almeno... (pausa) Non hai provato nulla stanotte? (pausa) ... una seconda possibilità... almeno dammi un'altra possibilità... c'è forse un'altra donna di mezzo?
SCENEGGIATORE Solo soci in affari, chiaro? La vita va presa così come viene: conosci quel detto "carpe diem". Cogli l'attimo senza pensare al futuro, soprattutto in questa società senza futuro. Hai settant'anni, cazzo. Dovresti capire come va la vita. Non metterti a fare i melodrammi come un'attrice da quattro soldi.
Silenzio.
SCENEGGIATORE Stasera parto. Proviamo le ultime scene e poi vado via. Dovrai trovarti un altro Joe Gillis. Per i soldi, bastano quelli che mi hai dato. (Va via)
L'attrice resta in silenzio in stanza.
Silenzio.
Squilla il telefono dello SCENEGGIATORE.
ATTRICE Il telefono di Marcello! Numero sconosciuto. (Sembra voglia portarglielo, temporeggia e poi risponde, in silenzio ascolta)
Voce fuori campo di donna Marcello, ci sei? Sono Cinzia, scusa se non ho risposto subito ai tuoi messaggi. Hai terminato quel lavoro con l'attrice settantenne? Che hai deciso per la tournée? Andrai in giro con lei? Mi manchi. Ho voglia di rivederti. Sarà diverso stavolta, vedrai.. Massimo ci sei? Perché non rispondi?
Rumore di chiamata chiusa.
ATTRICE Massimo, avvisa Marcello. Vorrei provare l'ultima scena di "Viale del tramonto" e cambiare delle battute e vedere con lui se vanno bene così modificate. Riprendi tutto con il cellulare, voglio che registri ogni mio movimento, ho necessità di studiare ogni minimo particolare.
SEGRETARIO D'accordo.
SCENEGGIATORE Non iniziare con questo noi, ti prego.
ATTRICE Che hai? Non sei stato bene con me stanotte?
SCENEGGIATORE Non cominciare a fare l'adolescente innamorata.
ATTRICE Credevo...
SCENEGGIATORE Credevo. Credevo, smettila di credere. Eravamo ubriachi. Ci siamo divertiti. Punto. Finisce tutto qui. Siamo solo soci d'affari, chiaro?
ATTRICE Ho bisogno di te. Proviamoci almeno... (pausa) Non hai provato nulla stanotte? (pausa) ... una seconda possibilità... almeno dammi un'altra possibilità... c'è forse un'altra donna di mezzo?
SCENEGGIATORE Solo soci in affari, chiaro? La vita va presa così come viene: conosci quel detto "carpe diem". Cogli l'attimo senza pensare al futuro, soprattutto in questa società senza futuro. Hai settant'anni, cazzo. Dovresti capire come va la vita. Non metterti a fare i melodrammi come un'attrice da quattro soldi.
Silenzio.
SCENEGGIATORE Stasera parto. Proviamo le ultime scene e poi vado via. Dovrai trovarti un altro Joe Gillis. Per i soldi, bastano quelli che mi hai dato. (Va via)
L'attrice resta in silenzio in stanza.
Silenzio.
Squilla il telefono dello SCENEGGIATORE.
ATTRICE Il telefono di Marcello! Numero sconosciuto. (Sembra voglia portarglielo, temporeggia e poi risponde, in silenzio ascolta)
Voce fuori campo di donna Marcello, ci sei? Sono Cinzia, scusa se non ho risposto subito ai tuoi messaggi. Hai terminato quel lavoro con l'attrice settantenne? Che hai deciso per la tournée? Andrai in giro con lei? Mi manchi. Ho voglia di rivederti. Sarà diverso stavolta, vedrai.. Massimo ci sei? Perché non rispondi?
Rumore di chiamata chiusa.
ATTRICE Massimo, avvisa Marcello. Vorrei provare l'ultima scena di "Viale del tramonto" e cambiare delle battute e vedere con lui se vanno bene così modificate. Riprendi tutto con il cellulare, voglio che registri ogni mio movimento, ho necessità di studiare ogni minimo particolare.
SEGRETARIO D'accordo.
XI Scena
L’attrice, il segretario, lo sceneggiatore.
SCENEGGIATORE Cerchiamo di muoverci, ho il treno
tra mezz’ora.
ATTRICE Riprendi tutta la scena, Massimo.
Fai molti primi piani.
Sullo
schermo vediamo le scene di “Viale del tramonto”.
SCENEGGIATORE Sbrighiamoci, sono stanco di questa
farsa. Tocca a te la prima battuta. Ho anche i miei bagagli. Sono anche nel
copione e nella scena del film no?
ATTRICE Joe, posso entrare? Ho
smesso di piangere. Sto bene adesso. Joe, dimmi che non sei in collera. Dimmi
che va tutto bene. Joe, che stai facendo?
SCENEGGIATORE I bagagli!
ATTRICE Vuoi lasciarmi?
SCENEGGIATORE Sì.
ATTRICE Non te ne andare!! Max! Max!
SCENEGGIATORE Grazie per l’uso di questo bel guardaroba.
Il resto è chiuso nell’armadio.
ATTRICE È tutto tuo. Se resti, ti darò
tutto quello che vuoi. Denaro?
SCENEGGIATORE Norma, è tempo di finirla. Questo
lavoro non mi piace più.
ATTRICE Non andare via! Max! Max! Io non
posso vivere senza te. Tu sai che non ho paura di morire.
SCENEGGIATORE Questo lo sai tu.
ATTRICE E che ho comprato una
rivoltella. (tira fuori la rivoltella) La vedi? Credi che non abbia il
coraggio?
SCENEGGIATORE Sì, se lo richiede la scena. Sei una donna di
settant’anni, apri gli occhi.
ATTRICE Ho aperto gli occhi,
Marcello.
SCENEGGIATORE Hai sbagliato battuta. Quella
corretta era: “Le stelle non hanno età! Te ne infischi? Milioni di persone ne
parleranno!”
ATTRICE Sono una grande attrice sola. E sto recitando
per una platea vuota. Il pubblico se n’è andato da vent’anni. Non si lascia una
grande stella da sola, ma mi avete lasciato tutti sola.
SCENEGGIATORE Monica, riprendi con la battuta
scritta nel copione.
ATTRICE
(strappa il copione) È
stata tutta un’illusione e forse sei anche tu esisti solo nella mia mente. Non
sono mai stata una grande attrice. Non ho mai ricoperto un ruolo importante e
l’uomo che ho di fronte non mi ha mai amata. Stai per lasciarmi anche tu,
Marcello. Illusioni. Solo illusioni nella mia vita. Nessuno mi ha mai amata,
nemmeno io mi sono mai amata. Ho vissuto una non-vita sperando di farcela.
Un’attrice di talento, bella, brava ma terribilmente sola e non raccomandata.
Ti piace questa battuta, Marcello?
La
inseriamo? Norma non è pronta per il suo primo piano.
L’attrice
spara lo SCENEGGIATORE e poi punta la rivoltella sulla sua testa e cade a
terra. I due restano per terra accasciati. Il segretario riprende la scena.
Smuove i corpi con il piede, nessuno dei due si muove.
SEGRETARIO Che succede? C’è sangue ovunque.
Marcello? Monica?
Rumore
di sirene di ambulanze e polizia. Flash ovunque.
THE END.
0 commenti